Il prossimo che mi dice che ama l'estate giuro che lo strozzo.
Caldo africano e sole accecante già alle sei del mattino, ormai mi viene l'eritema pure a fare due passi all'ombra e si fa fatica a repirare anche da fermi.
In questo adorabile contesto, quando anche caricare una lavastoviglie sembra faticoso come scalare una duna del sahara, Gio ed io, continuiamo nel tentativo di ridare a casa nostra una parvenza di abitabilità.
Cosa non facilissima quando anche spostare le posate sembra un'impresa titanica!
Eppure di cose da fare ne abbiamo tantissime.
Abbiamo aperto più scatolonidi quanti ricordassi di aver fatto (gli scatoloni di riproduconod a soli, non c'è altra soluzione). Ormai facciamo tappa all'ikea più che alla nostra gelateria di fiducia e quando torniamo a casa, sopraffatti dal caldo e dal casino tipico di quel posto, dopo aver montato l'ennesima scrivania o lavato e messo a posto le nuove tazzine ci riduciamo a cenare con patatine e gelato, alla faccia del nostro inverno tutto dedicato all'alimentazione sana ed equilibrata.
I lavori però procedono e in queste settimane abbiamo avuto la meglio dei comodini, degli armadi e di tutta la cucina. abbiamo domato (quasi) la cabina armadio e ritrovato tutto il necessario per rifare un letto e lavare un pavimento. Abbiamo incorniciato le fotografie, appeso i quadri, appeso almeno la metà delle tende e montato due nuove porte su tre...ma il forno acceso una sola volta è già guasto...e questa non è una bella cosa.
Ci siamo pure riappropriati dei nostri tappeti, più uno scippato con un colpo da maestri da casa della nonna, sotto gli occhi di mamma e zia.
Tappeto che, oltre a me, pare andare davvero a genio anche ad Osvaldo.
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