martedì 27 dicembre 2016

E' Natale: serve dire altro?

(Settimana 51: dal 19 al 25 Dicembre)

I miei giorni preferiti dell'anno sono arrivati.
Da venerdì sera si è scatenata la nostra maratona natalizia che partendo dalla cena in casa di mia suocera ci porterà saltando da una ricorrenza all'altra tutti di corsa all'Epifania.
Il solito delirante, stancante, allegro, confusionario e calorico turbinio di cene, aperitivi, parenti, amici, regali e lucette colorate. Turbinio iniziato con ore intere a sfogliare riviste di cucina, passato per addobbi e preparativi al limite del maniacale (e non scherzo: ho sistemato le lucette sulla tavola almeno duecento volte e ho pure disfatto l'albero di mia zia, reo di non essere sufficientemente scenografico, senza andare a ricordare la quantità di festoni e lucette disseminate per la sala) e che terminerà solo tra una decina di giorni, quando tutta la famiglia e gli amici si saranno riuniti più e più volte.

Purtroppo ho scoperto che mio marito non ha la tempra che immaginavo: è andato KO già dopo la cena di sua madre a cui è seguita una nottata in bianco a rigirasi nel letto in preda ad una indigestione e il pranzo di Natale passato in solitaria, perchè la sola idea di vedere un piattino di insalata russa rischiava di scatenare in lui reazioni di cui è più elegante non scrivere.
Così mesto e abbacchiato è sceso in casa della zia, dove si consumavano i festeggiamenti, solo alle quattro quando stava per scatenarsi lo scambio di regali più caotico dell'emisfero.

E io che credevo, sposando un sardo, di essermi garantita un coniuge in grado di sopportare i peggiori stravizzi: illusa!


Quest'anno abbiamo spacchettato oltre i nostri limiti. Sono certissima che sia stato superato il record di regali consegnati e aperti. A terra c'era una tale quantità di carta regalo da bastare da farci sentire in colpa per l'intera Amazzonia (ma noi facciamo la differenziata , lo giuro, e neppure un francobollo di carta è andato sprecato). Personalmente, da una micro USB ad un servizio di piatti per 12 persone passando per innumerevoli maglie, maglioni e accessori vari, credo di aver ricevuto più cose di quante io sia in grado di ricordare.
E altrettanto può dirsi del resto dei presenti. Che Natale sia una festa per soli bambini è una credenza che non ha mai trovato spazio all'interno della mia famiglia. Noi ce lo godiamo tutti come se avessimo sempre 6 anni.
I più pacati sono i più giovani, ma solo perchè sono in quell'età in cui non è cool emozionarsi troppo alle feste di famiglia (o almeno lo spero, o ci toccherà diseredarli tutti...)


Una menzione speciale va ai calzini di Gio (immortalati qui sotto): il più serioso dei mariti si è piegato al pensierino natalizio a sorpresa: una fornitura di calzini stile elfo di babbo Natale che lo ha fatto gridare dall'orrore. Ma che ha indossato stoicamente...quando è riuscito ad alzarsi dal divano ovviamente.


Ah, nel caso qualcuno se lo chiedesse la maledizione dei preparativi di Natale ha colpito anche quest'anno. io e mia madre ci siamo esibite in una di quelle litigate al cui confronto il secondo conflitto sino-giapponese è stata una passeggiata di salute.
La guerra è scoppiata il 24 mattina ed è andata avanti per 10 ore intere con buona pace di Gio che cercava di metterci una buona parola senza essere colpito da un colpo di striscio e la povera Zia Abbi, che nel tentativo di fare da paciere è stata l'involontaria miccia del secondo round.
Ovviamente ad un passo dalla mezzanotte io e mia madre ci mandavamo cinguettanti messaggini per far pace mentre lei, notoriamente lo spirito sensibile di casa, era sull'orlo di una crisi di nervi...
Come se non sapesse che a Natale una bella litigata è catartica e assolutamente necessaria  per sfogare lo stress dei preparativi.



Il 26 abbiamo bissato aggiungendo intorno al tavolo anche la  mamma di Gio e limitandoci a consumare gli avanzi. Avanzi che purtroppo sembrano auto rigenerarsi, peggio dei pani e dei pesci di biblica memoria, più ne mangiamo più ce ne sono.

A questo punto ho deciso di spedire la bilancia lontano dai miei occhi e aspettare il 9 Gennaio per tornare in ufficio e fare contemporaneamente i conti con i danni permanenti di  questo clima di abbuffate sciagurate: per ora, lo ammetto, non me ne curo, ma mi godo tutta la famiglia, gli amici e le lunghe giornate di ferie che ancora ci aspettano.

lunedì 19 dicembre 2016

Cene, pranzi e organizzazioni varie...

(Settimana 50: dal 12 al 18 Dicembre)

Ormai ci siamo, si procede di corsa verso il Natale.
Quest'anno la nostra follia natalizia si è manifestata in un acquisto smodato di luci  e lucette.
Casa mia brilla più di una vetrina in centro e anche all'esterno abbiamo appeso fili di luci praticamente ovunque, dal terrazzo al cancello dove siamo addirittura passati all'alimentazione con piccoli pannelli solari. E abbiamo una mezza idea di comprare ancora un paio di fili per decorare anche l'albero che abbiamo in giardino.
Sono certa che, in una notte di cielo sereno, casa nostra sarebbe perfettamente visibile ad occhio nudo anche dalla Luna. E lo dico con orgoglio, anche se temo che la nostra ossessione possa sembrare vagamente patologica.

In questo periodo tutte le discussioni, chiacchierate e pure gli occasionali scambi di opinione riguardano uno e  un solo argomento: il nostro 25 Dicembre.
Abbiamo persino una chat di whatsup dedicata alle feste di Natale, dove lo scambio di idee, pareri e suggerimenti è serratissimo e dove si può dibattere per ore se raccogliere il pungitopo per i centrotavola oppure no.
Ieri abbiamo avuto la consueta "Tempesta di Cervelli",quando con mamma e zia ci sediamo ad un tavolo per definire i preparativi  per il pranzo del 25.
Gio ha scattato una foto (sfocata) per documentare l'attimo e per il resto si è tenuto a doverosa distanza. Le riunioni in prossimità di pranzi e cene importanti tendono sempre a sfociare in litigate megagalattiche in cui nessuno vorrebbe mai essere implicato. Liti furiose su argomenti di rara importanza, come il colore di cui vestirci (eh si, ci vestiamo coordinate!) o se servire gli antipasti a tavola o a buffet.

Quello che ne è uscito fuori è un  programma serratissimo che prevede sessioni di cucina, arredo casa, decorazione d'interni, prova luci (quante luci possiamo ancora accendere prima che ci piombino i contatori? Questo è l'arcano che ci tormenta...), controllo delle stoviglie  e gestione dei segnaposto.

E sia chiaro, non è che il 25 si concluda tutto! Eh, no c'è il pranzo del 26, la siesta del 27, il cenone del 31, l'aperitivo con gli amici del primo dell'anno, i cugini all'epifania e le Unne il 7 Gennaio...più the, merende e caffè estemporanei che saltano fuori all'improvviso e ti costringono a staccarti dal divano e dai film di Natale e a ributtarti nelle libagioni...



Per non parlare di pranzi e cene e aperitivi  prenatalizi, quelli con i colleghi, con gli amici della palestra (se mai andassimo in palestra ovviamente), quelli con gli amici che saranno via nelle vacanze e con amici per vedere i quali ogni scusa è buona.
Tra questi, ovviamente i primi sono stati Vale&Andre (e si, tra di noi li chiamiamo veramente così, coi nomi tutti attaccati come se fossero la stessa persona), incontrati per l'ennesima serata in pieno abuso di calorie.
Sono certissima che il nostro comune amore per il cibo e le lunghe chiacchierate inconcludenti sia uno dei capisaldi della nostra amicizia

Quindi eccoci qui, a strafogarci di cibi assolutamente non sani dopo aver sfidato la serata più gelida avuta a Genova negli ultimi 3 anni.



 Che dire, persone così vorresti solo averle incontrate 20 anni prima...

Minialbum per Fate le Creative

Si può arrivare a Natale senza costruire almeno un minialmbum con le foto più belle delle nostre feste?
Ovviamente no, e questo è il mio mini pronto per l'ultimo mio post sul Calendario dell'Avvento di Fate_le_Creative

Trovate QUI il resto del progettino



venerdì 16 dicembre 2016

lunedì 12 dicembre 2016

E' ufficiale: è arrivato il Natale!

(Settimana 49: dal 5 all'11 Dicembre)

8 Dicembre: festa dell'Immacolata e per tradizione giornata dedicata agli addobbi natalizi.
Ormai non serve più che io stia a precisare che mi dedico a lucine, palline e festoni con l'ossessione tipica di ogni ossessivo compulsivo che abbia smesso improvvisamente di prendere le sue pilloline, perchè anche le pietre sanno che siamo entrati nel mio periodo dell'anno preferito.
Il che vuol dire che da ora in poi sarà solo un gran parlare di feste in famiglia, cene tra amici, thè speziati, diete infrante (o neppure iniziate) e poi regali da fare e da spacchettare e forsennate sessioni di cucina intensiva e liti furibonde su argomenti di vitale importanza, come il colore dei tovaglioli del cenone o se fare i ravioli tondi o quadrati.
E in casa nostra siamo soliti regalarci almeno una litigata furibonda nelle settimane precedenti la Vigilia, così giusto per entrare al meglio nello spirito di pace, amore e serenità di questi giorni...

L'aria un pochetto addormentata della foto qui sotto è dovuta all'aver fatto tardi a cena con le Unne e a non avere assolutamente più il fisico adeguato a far serata come una ragazzina e poi svegliarmi presto la mattina dopo!




Comunque, questo 2016 sei sta dimostrando piuttosto in salita persino per la parte fotografica: possibile che io non abbia una sola fotografia in cui sia passabile??


mercoledì 7 dicembre 2016

Calendario della Avvento: Collana in Carta

Oggi tocca di nuovo a me presentare il mio post per il Calendario dell'Avvento sul blog di Fate le Creative.
Questa volta ho preparato una collana in carta. Andate sul loro BLOG per vedere come...



venerdì 2 dicembre 2016

Calendario dell'Avvento: addobbi di Natale

Per tutto dicembre, sul blog di fate le Creative, parte la nostra versione del Calendario dell'avvento: un post creativo al giorno, per regalare spunti per le feste.
Oggi tocca a me e ai miei addobbi per l'albero di Natale. Sul loro blog potete trovare tutte le indicazioni per costruirli da soli...


giovedì 1 dicembre 2016

Mercatini di Natale...


Per i malati di Dicembre, quelli che come me iniziano a canticchiare "Astro del Ciel" già a fine Ottobre e addobbano la casa come se fosse l'igloo degli elfi di Babbo Natale, i mercatini sono meglio del Santo Graal: sono la risposta a tutti i mali, il miraggio nel deserto di Novembre, la meta agognata per tutta l'estate.

Come dire che Sabato mattina non vedevo l'ora di partire, che pregustavo lo shopping compulsivo pre-natalizio,che sognavo di riempirmi le borse di inutilissimi gnometti in feltro e calzettoni antifreddo e di strafogarmi di brezel, panpepato e vin brulè.
Questa, almeno sulla carta, doveva essere la partenza perfetta: assieme a mamma e zia, notoriamente svitate, pure la Stewin e tutta la compagine femminile della sua famiglia, più i nostri vicini che  hanno elegantemente finto di non accorgersi di essere circondati da esaltate della peggior specie.
Insomma, una decina di ossessionate dal Natale (più un marito paziente) sullo stesso pullman pronte a conquistare i mercati più belli d'Europa.  
A meno di un'ora dalla partenza, però, mi sono accorta di essermi scordata un paio di cosette.
E ammetterlo mi innervosisce non poco visto che mi vanto a destra e a manca di essere una personcina decisamente organizzata. Quando parto faccio le valigie con precisione maniacale, studio a tavolino ogni possibile variabile metereologica, mi preparo a qualsiasi intoppo e mi porto qualsiasi cosa possa servire. Dall'aspirina ai copri water igienizzati, dal burro di cacao alla mandorla ad un paracadute di emergenza qualsiasi cosa accada io, in valigia, ho la soluzione. 
O almeno così credevo.
E mi è quindi scocciato enormemente ammettere di aver dimenticato gli occhiali da sole. Poco male direte voi, nulla a cui non si potesse porre rimedio.
Se non fosse che a marcare assenza c'era anche il portafoglio che conteneva tutti i soldi, le carte di credito e cosa ben peggiore, la mia carta d'identità. E l'espatrio senza documento d'identità è complesso persino oggi, nonostante la Comunità Europea e il libero transito di merci e persone.
La disperazione che mi ha colto all'idea di non avere neppure un centesimo in una vacanza in cui "Spendere" doveva essere l'imperativo dominante si è placata solo in serata quando Mammina Cara, ha fatto un bancomat e mi ha prestato il capitale necessario a rendere omaggio a tutte le bancarelle d'Europa.
Il timore di venir bloccata ad una frontiera a caso è invece rimasto ad aleggiarmi intorno per tutto il fine settimana, anche perchè la nostra Guida è risultata inutile quanto un ombrello in una giornata di sole e di fronte alle mia disperazione si è limitato a liquidarmi con un: "Vabbè, al massimo alla frontiera le chiederanno di scendere" e per tirarmi su ha aggiunto: "Ma non si preoccupi, in tanti anni non ci hanno mai fermato" (e non credo stupisca sapere che siamo stati fermati ad ogni frontiera)
Ora, arrivare al confine dell'Austria solo per sentirsi di dire di scendere e rimanere in custodia non è proprio il massimo, concedetemelo
Va da sè che io abbia passato le prime sei ore di viaggio in un comprensibilissimo stato d'ansia. Quando mi svegliavo, ovviamente, perchè il pullman ha su di me un effetto soporifero da record: appena mi siedo cado addormentata e mi sveglio solo quando si fermano i motori.

Irregolarità burocratiche a parte il viaggio ha risposto  a tutte le aspettative: freddo polare, lunghe ore in pullman, tripudio di calorie e bevande calde e alcoliche e bancarelle, negozietti e ambulanti senza un attimo di sosta.

Una menzione d'onore va fatta alla nostra guida che si è assicurata il premio di personaggio più rappresentativo della vacanza.
Carattere distintivo l'avere un piccolo problema di eloquio. Nel senso che non la smetteva mai di parlare. Parlava così tanto che si faceva a tempo ad addormentarsi mentre ci erudiva sulla dotazione di sottomarini degli Alleati nella seconda guerra Mondiale e svegliarsi mentre si passavano in rassegna tutti i pettegolezzi nella lunga vita della Principessa Sissy, con una digressione drammatica sulla sua cruenta morte. Allora ti riaddormentavi e al risveglio c'era in atto una lezione di storia dell'arte sulla Sagrada Familia a Barcellona. 
Purtroppo aveva anche una lieve tendenza alla ripetizione, quindi indicazioni semplicissime, come la procedura per il ritiro dei biglietti per l'accesso a Rattemberg è stata spiegata almeno una ventina di volte. A sua discolpa il fatto che il pullman fosse pieno di personcine che definire fastidiose è un eufemismo. Un lamento continuo su tutto e tutti, prima fra tutti la guida stessa, ma poi incapaci di comprendere una indicazione al primo colpo.


Arrivati in Austria (dopo quindici minuti di terrore quando, come da copione, ci hanno fermato alla frontiera) abbiamo fatto base a Pill in un albergo che era una delizia.
L'albergatore parlava come Crozza ai tempi della parodia di Ratzinger ed era altrettanto simpatico: abbiamo capito subito che ci saremo trovati bene. E infatti, a discapito dei luoghi comuni abbiamo mangiato benissimo e altrettanto bevuto. Si perchè l'albergo ha una piccola distilleria di grappe artigianali e per riempirci la seconda serata hanno organizzato una degustazione privata. 
Perchè mai un'astemia debba lasciarsi coinvolgere in una degustazione ad alta gradazione alcolica PRIMA di cena e a stomaco rigorosamente vuoto è un mistero che ancora adesso non mi spiego.
Sta di fatto che al 4 bicchierino di grappa ho cominciato a trovare tutto molto divertente e che la serata si è conclusa con 4 bottiglie di grappa comprate (tutte da regalare: giuro!!) e andando a letto alle dieci e mezza con un doppio Moment per sedare un mal di testa spettacolare.
Chiaramente non ho il fisico per una vita sregolata.


Rattemberg...ci sarebbero tante cose da dire, lo so, la cittadina illuminata solo da fiaccole e lanterne, i negozietti carini, i cori dei bambini in piazza che facevano sottofondo alla nostra visita insomma, quasi troppo bello per essere vero, ma io dedico questo spazio ad una menzione d'onore a vin brulè e frittelle: buonissimi!


Domenica è la volta dell'isola delle donne, in Baviera (quindi Germania, quindi SECONDO cambio di frontiera senza documenti: un viaggio spericolato!)
Ricorderemo questo come il giorno in cui la Ste, ha perso tutta la sua famiglia tra le 25 tombe del cimitero del monastero. O, come direbbe lei, dove la sua famiglia ha perso lei...o come direi io, dove la sua famiglia ha prontamente abbandonato la Ste per darsi allo shopping in pace.
Per altro la Ste_Raminga ha incrociato noi davanti al banchetto dello speck e abbiamo proseguito il giro insieme e mentre noi facevamo foto cretine, compravamo regali e poi ci sedevamo al caldo di un ristorante e strafogandoci di formaggi e salsicce e crauti sua madre la cercava sotto ogni pontile dandola già per morta.



Il freddo polare e la pioggerellina gelata forse non hanno aiutato a fare fotografie degne di nota, ma la Stewin mi ha omaggiata della meravigliosa foto di mia zia, bardata come la befana nei su giorni peggiori che rimarrà negli annali della nostra famiglia!


E per finire Bolzano. Che dire, sarà un caso, ma appena passata la frontiera il sole ha ricominciato a splendere a dimostrazione che il "Bel Paese" non è chiamato così per caso.
Abbiamo iniziato la nostra visita stazionando venti minuti davanti al chiosco delle frittelle di mele e succo di mela caldo (che è diventata la mia bevanda invernale preferita in un battito di ciglia), abbiamo continuato prendendo d'assalto un forno e finendo le lo scorte di pane alle noci e finito con pancake, frittelle e dolcini vari in un bar.
Più che le bancarelle e gli acquisti fatti (che nel mio caso sono stati comunque notevoli) ricorderemo questa giornata come quella delle calorie ingerite.




Bilancio della vacanza?  Nove regali di Natale comprati, due Stati esteri visitati, decine di foto fatte (nessuna passabile) e un chilo preso,

Poteva decisamente andare peggio...