mercoledì 8 gennaio 2020

Anche quest'anno è finita...




Il nostro Natale è stato grasso e grosso, come un famoso film.
Caotico, rumoroso ed esagerato.
A gradazione alcolica moderatamente fuori controllo (almeno per gli altri...) e con la famiglia intera al meglio delle sue possibilità.
Il che basterebbe già da solo a snervare un santo.
Sonia, da buona veterana, se l'è goduda tutta senza un attimo di cedimento.
Fatma, alla sua prima esperienza tra di noi, ha retto il colpo oltre l'umana sopportazione.
Si è fatta una cena e poi un pranzo e un altro pranzo. Poi un paio di merende, cene per consumare gli avanzi, veglioni di Capodanno e brindisi del primo dell'anno, giusto per creare nuovi avanzi da smaltire nella cena improvvisata del giorno dopo.
E nonostante l'eccesso di esseri umani presenti e la quantità di persone a cui sorridere, fare la riverenza e con cui scambiare quattro chiacchiere di cortesia è sempre sembrata moderatamente equilibrata.
Per non farci mancare nulla, in tutto il normale movimento, c'è stato pure il suo compleanno.
Vuoi non mettere un pigiama party tra quindicenni tra Natale e Capodanno?
Roba per cui sarebbe lecito chiedere l'estradizione in Lapponia.
Ragazzine affette da chiacchierite acuta, in grado di ingurgitare patatine e cioccolata senza mai fermarsi o ascoltare musica raccapricciante mentre occupano il bagno per delle mezz'ore.
In gruppo.
Qualcuno mi sa dire perchè sotto i 20 anni sembra d'obbligo fotografarsi nello specchio del bagno?

Divari generazionali a parte, bisogna riconoscerlo: è stato un gran bel Natale.
Nessuno ha litigato con nessuno.
E già questo è un mezzo miracolo.
Non c'è stato neppure un momento di nervosismo di massa.
Neanche una focaccia bruciata o un sughetto insipido a metterci di malumore.
Insomma, un successo.
Quello che è mancato, colpevolmente, sono le luminarie.
Qui ci ostiniamo ad usare quelle, molto vintage, della nonna...bellissime per carità, ma ormai inadatte all'accanimento con cui festeggiamo il Natale.
La nonna era una personcina di classe, refrattaria al kitch più estremo a cui tendiamo ad abbandonarci.
Io ho provato, lo giuro, a far capire a tutti che lampadine e led colorati sono condizione imprescindibile per un Natale come si deve.
Che poi, per supportare la mia idea di delicata decorazione sia probabilmente necessario chiedere un aumento della portata dei contatori mi pare un effetto collaterale più che accettabile.
Dopotutto, ho già tentato la strada ecologica.
Peccato che i mini pannelli solari comprati sembrano fatti per caricarsi solo al sole di ferragosto. O magari siamo noi che li sottoponiamo ad un eccesso di lavoro.
Sta di fatto che il nostro cancello è rimasto ostinatamente buio per tutte le feste.
Esattamente come lo scorso anno.
Una sconfitta bruciante.
Il che mi ha fatto pensare di aver gestito questa questa battaglia senza la dovuta enfasi.
Ma sono una che impara dai suoi errori, quindi ho passato le festività lamentandomi in maniera alquanto colorita con ogni esponente di questa famiglia
Ho rotto così tanto e a così tante persone che persino il mio adorato marito, che normalmente ha lo stesso spirito natalizio del Grinch, ha finalmente compreso che la sua serenità passa attraverso una corretta decorazione degli esterni.
L'anno prossimo splenderanno luci serie sulle nostre ringhiere! Il nostro albero di cachi sarà vestito a festa, avremo renne a led in giardino e il vialetto illuminato con piccoli bastoncini di zucchero.
E forse pure il proiettore di fiocchi di neve per la facciata della casa.

Che ci voglia un espianto di rene per permettersi tutto sono certa sia un dettaglio assolutamente trascurabile.