domenica 22 dicembre 2019

E finalmente è cominciato l'inverno!



E l'inverno è, oltre che la stagione delle caldarroste, dei piumini imbottiti e dei berretti con il pon pon la stagione del Natale!
Certo se la smettesse di piovere e ci limitassimo ad un freddo pungente e tre metri di neve lo preferirei. Ad andare avanti con le piogge di queste settimane rischiamo di passare il 25 Dicembre in gondola, col giardino ridotto ad una piscina gigante. E io sono una tipetta di poche pretese, preferirei evitare feste in laguna e dedicarmi al mio solito, tradizionalissimo Natale.
Luci, panettone, due milioni di calorie pro capite e nessuna frana che mi inghiotte la casa.

Tra l'altro sono pure a casa dal lavoro per 5 settimane, quindi ho tutto il tempo di organizzarmi per avere festività lunghe, ossessive e incredibilmente kitch.
Sul kitch ho già ampiamente lavorato. La casa è ancora più addobbata del solito.
Ci sono gnometti, pupazzetti e sbriluccichi posati ovunque...
Proprio ovunque: un paio di candele continuano a venir spostate da una mensola all'altra nella speranza che io trovi il centimetro quadrato definitivo in cui stazionarle.
Abbiamo persino un Babbo Natale di quasi quaranta centimetri che caricato a molla suona motivetti natalizi agitandosi nella parodia di un ballo.
Il fatto che si metta a cantare, a caso, la notte lo rende un pochetto inquietante, ma l'unica che sembra notarlo è Fati. E solo perché non è ancora abituata alle mie follie natalizie...

"Ma pure in Bagno?" ha tuonato qualche giorno fa, quando si è trovata le tende sostituite con quelle rosse e oro e le stelle di Natale infilate ovunque...
Ebbene si.
Pure in bagno.
E poco importa se la ragazza aveva un'aria vagamente spaventata...tipo una che si chiede se è finita in casa di un potenziale serial killer: si abituerà.

Magari nel frattempo, magari, le dimezzo la paghetta così non corro il rischio che tenti di fuggire la notte...

giovedì 31 ottobre 2019

Unne in viaggio (...viaggetto, và...)






A quasi sei anni dalla nostra "Ultima Volta", quando ormai era più che lecito immaginare come definitivamente chiuso il capitolo delle scorribande in giro per l'Europa, dopo che anche le serate di festa che cominciavano a mezzanotte, le cene a parlare solo di cinema e uomini, i tacchi alti e i "Regalo Day" sembravano una parentesi desinata all'archiviazione, senza quasi accorgercene, ci siamo ritrovate in macchina, senza figli, mariti, fidanzati, ascendenti e discendenti di varia natura...senza neppure un cane a cui dover badare, se non noi stesse.
Praticamente un'Epifania.
E come tale l'abbiamo vissuta.
Ci siamo fatte sorprendere da tanta audacia e senza neppure un doveroso preavviso abbiamo fatto le valigie, chiuso i beauty case e siamo partite.
Per luoghi esotici? 
Per un punto imprecisato dall'altra pare del mondo?
Per settimane alla ventura con la sola compagnia della carta di credito e del passaporto?
Non esattamente.
Per un paio di giorni a Lucca. 
Anche meno di un paio di giorni, a voler fare i pignoli: partenza all'una del venerdì e rientro il sabato prima di cena.
Non proprio una spedizione attraverso il Circolo Polare Artico, lo so.
Un viaggetto. 
Viaggettino.
Ma comunque un modo per riprendere le buone abitudini.
E dopo tutto questo tempo già ci è sembrata un'avventura.

Anche perchè, in generale, le nostre partenze non sono mai state guardate di buon occhio dal fato. 
La storia delle nostre vacanze è costellata di coincidenze prese al volo, traffico ferroviario in tilt passando attraverso ad un'alluvione che devastato la città per arrivare al "Viaggio Interruptus" per Amsterdam, dove tra babysitter datesi alla macchia e ricoveri in ospedale non siamo neppure riuscite ad arrivare all'aeroporto.
Ma questa volta abbiamo coraggiosamente ignorato i segnali avversi.
Che ci sono stati, sia chiaro.
Abbiamo fatto orecchie da mercante quando, a inizio settimana, è esploso un tubo in città, paralizzando il traffico per giorni. Praticamente per andare da casa mia a quella della Ste ci voleva mezza giornata.
Abbiamo tirato dritto pure di fronte ad un estemporaneo ricovero al pronto soccorso per lievissimo trauma cranico (il mio di cranio, per la precisione) e una volta partite non ci ha fermate neppure lo sfiorare l'incidente stradale almeno un paio di volte (Lalla ha una guida abbastanza sportiva, bisogna ammetterlo: non lascia passare neppure gli autoarticolati con rimorchio, non importa se ti stanno spappolando contro il guardrail e ti strombazzano irritati: lei accelera e ci manca poco che agiti il pugno minacciosa...).

Ma, come si impara da una attenta visione del "Signore degli Anelli", il coraggio viene sempre premiato e anche noi abbiamo conquistato il nostro lieto fine.
La Sfortuna ha allentato la presa, probabilmente rendendosi conto che piuttosto che mollare ci saremmo accartocciate in autostrada, e da Borgetto di Vara in poi è filato tutto liscio come l'olio.
Fin troppo.
Non ci siamo abituate e per tutto il tempo ho continuato ad aspettare un colpo a tradimento.
E invece no.
Abbiamo trovato l'albergo alla prima, e l'albergo era...un albergo!
Un albergo vero!
Non la solita stamberga con il letto sfondato, le lenzuola spaiate, le tazze sbeccate e acari grossi come cavalli annidati nel copriletto.
C'erano le tende alle finestre, la sala colazione sembrava un buffet a palazzo reale e il concierge ci dava persino del lei.
Sinceramente eravamo convinte di aver sbagliato posto.
Troppo per noi.
A Londra il letto era tenuto in piedi da una latta di vernice e ogni volta in cui facevamo una doccia si allagava mezza stanza, a Roma abbiamo rischiato l'avvelenamento facendo colazione in tazze che non venivano lavate dagli anni novanta e a Budapest c'era una drammatica assenza di carta igienica...e ora: 65 metri quadri di stanza, soffitti affrescati e quadri dalla cornice dorata.
Nel bagno si poteva tranquillamente ballare la rumba e gli asciugamani sapevano di pulito.
Alla vista di bollitore, tazze e selezione di thé ho rischiato lo svenimento.

Sul resto della vacanza c'è poco da dire: è andata come da copione. Abbiamo camminato e camminato ancora, fatto foto in continuazione, o almeno io le ho fatte, e insistito per un numero esagerato di selfie di gruppo...sempre io, lo ammetto... 
Ma la giornata andava documentata o c'era il rischio di convincersi che non fosse accaduta davvero.
Abbiamo seguito la Ste nei suoi percorsi di shopping estremo e Paola nella sua ricerca di chiese degne di nota. Abbiamo spulciato bancarelle di libri vecchi e come da copione siamo riuscite a perderci
Non so perchè, ma la presenza di una cartina geografica ci destabilizza i neuroni.
Le pause ristoro hanno invece dato un secondo scossone alle nostre vecchie abitudini.
Niente panini ammuffiti o duri come pietre, niente chioschetti che trasudano dubbia igiene o supermercati low cost.
No. 
Ristoranti e trattorie.
Di quelli con il menù scritto su un foglio, un cameriere che ti porta da mangiare e pure la carta dei vini. 
Che poi abbiamo finito per ordinare quello della casa, visto che non è che si sia proprio delle esperte.
Ma è l'idea che conta.
Il passaggio all'età adulta è ufficialmente (e tardivamente) sancito.
Basta con i viaggi al risparmio: d'ora in poi si mangia e dorme come Dio comanda.
Che sollievo!

La serata ha risposto più ai nostri standard.
Senza figli, mariti e compagni vari potevamo stare fuori tutta la notte. Avevamo fatto grandi programmi che prevedevano di bere passando da una cantina  e l'altra, fare festa tutta la notte e aspettare di guardare il sorgere dell'alba.
Invece alle dieci di sera eravamo in stanza, ognuna con la sua tisanina tra le mani e il pigiama addosso e a mezzanotte le luci erano già spente e noi nel mondo dei sogni.

Vorrei dire che sono gli anni che si fanno sentire, ma la triste realtà è che le nostre serate non sono mai state molto avventurose... dopotutto non si possono cambiare troppe abitudini tutte in una volta.

domenica 6 ottobre 2019

...E' fatta...


Vabbè...ormai si può dire, almeno credo....

Non voglio fare come quelli che si tirano addosso la iella da soli, ma sono passate tre settimane e poco più e per una volta mi piacerebbe osare un cauto ottimismo e lanciarmi in un mezzo proclama.
Vittoria è giunta: siamo in quattro!
Definitivamente.
Senza ritorno (Spero!)
A meno che F. non decida di scappare, cosa che in effetti non escludo.



Con un colpo di coda assolutamente imprevisto il tribunale è riuscito a firmare atti che sembravano infirmabili, saltare ostacoli che fino al secondo prima sembravano insormontabili e farci consegnare F. e la sua valigia, a due giorni dall'inizio della scuola.
Il tempismo in effetti non è stato il massimo.
Così la ragazza oltre a città nuova, casa nuova, famiglia nuova e amici nuovi si è trovata a fare i conti anche con una scuola mai vista...piazzata dall'altro capo della città, mi pare ovvio.
Avrei tanto voluto infilarla a forza in un istituto a due metri da casa, dove poterla controllare con il binocolo solo sporgendomi dalla finestra, ma purtroppo non ce l'ho fatta (non che non ci abbia seriamente provato).
Così presa da un'ansia che non ho provato neppure il primo giorno di febbre di Sonia, quando comunque ho rischiato di smobilitare l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ho dovuto lanciarla nell'ostile metropoli prima ancora di finire di sistemare i suoi averi nella nuova camera.
Presa dalle consuete paranoie, ho insistito per accompagnarla passo passo da scuola a casa e ritorno per i primi tre giorni.
Lasciandola, lo giuro, a decorosa distanza dall'ingresso e cercando di evitare al massimo abbracci e baci eccessivamente commossi. Anche se mi sentivo come una che abbandona un gattino alla mercé di un branco di lupi: si sa che le scuole del centro sono luoghi pericolosi.
Al quarto giorno ha preteso di andare da sola, mandandomi in crisi.
Da sola nel mondo ostile? Giammai! Così ci siamo accordate su una discreta sorveglianza a distanza di sicurezza. Lei in autobus e io dietro in macchina.
Detta così, lo so, può apparire un pochino esagerato, ma considerato che ho perso di vista l'autobus alla terza fermata finendo nell'isteria più completa i miei timori potevano dirsi più che fondati.
Quando l'ho ritrovata, stavo già ripassando i numeri di carabinieri, pompieri, guardia di finanza, polizia a cavallo e "Chi l'ha Visto".
Lei invece se ne stava seduta tranquilla sui gradini all'ingresso della scuola con lo sguardo soddisfatto di chi ha avuto ragione mentre io lottavo con l'impellente necessità di una seduta dallo psicologo per riavermi dal colpo.
Maledetto traffico.

Ma ansie varie a parte, possiamo dire che per ora è tutto nella norma.
Certo come tutte le situazioni c'è qualche spigolo su cui dobbiamo lavorare.
La ragazza crede che "The Final Countdown" sia stata scritta per la colonna sonora dell'ultimo Star Wars ed è fermamente convinta che Sfera Ebbasta sia veramente un cantante (e chiunque sia munito di orecchie sa che non è vero)
Se costretta a mischiarsi con gli amichetti di Sonia prende l'espressione schifata di chi ha trovato un topo nel letto e ogni volta in cui le ricordo che si, deve proprio studiare, ogni giorno e no, non ci sono buoni motivi per non farlo, manco finire in coma profondo sarebbe considerato una giustificazione accettabile, mi guarda con lo sguardo di un cucciolo di foca di fronte ai cacciatori di pelliccia .
Giò, dal canto suo, ha l'aria spaesata di chi si trova con un'altra, l'ennesima, donna in casa (l'altro maschio è un gatto sterilizzato e senza una zampa...parliamone...) e si chiede come sia potuto succedere.
L'unica abbastanza a suo agio sembra Sonia, entrata in un attimo in modalità sorellina minore appiccicosa e rompiscatole.
Quasi perfetta.


A questo punto, non mi resta che trovare un buon vademecum sull'adolescenza: immagino ne avrò presto bisogno.
Probabilmente avrei dovuto pensarci prima, lo so...ma ormai...






lunedì 26 agosto 2019

Sardinia time...



Vabbè, ormai succede ogni anno e il copione è sempre lo stesso quindi, come era prevedibile, due settimane fa è arrivato quel momento.
Il momento.
Quello in cui tutti quelli che mi conoscono e che proprio perchè mi conoscono dovrebbero ben sapere che odio sole, mare e sabbia, iniziano a farmi grandi sorrisi chiedendomi se mi rendo conto di quanto sono fortunata a passare le ferie in un posto dove ci sono solo sole, mare e sabbia.
Succede ogni anno-
A dire il vero inizio a sospettare che ci sia del dolo.
Lo sanno anche i sassi che preferirei passare una settimana sulla cima del Monte Bianco (se avessi il fisico per arrivare fin lassù, ovviamente, nella realtà dei fatti probabilmente morirei già durante il riscaldamento) che mezza giornata in spiaggia.
Ed è statisticamente impossibile che nessuno riesca davvero a farsi una ragione del mio odio per l'estate in generale e la vita balneare in particolare, quindi inizio a credere che chi mi sta intorno ami rigirare il coltello della piaga.

Sta di fatto che come OGNI anno, ho preso il solito dannato traghetto (e per amore di cronaca io patisco orrendamente il mal di mare) e sono sbarcata con bagagli e bagaglietti nella Terra Santa di mio marito.
La sardegna
Come ogni anno da quando lo conosco (e sono tanti...) ho avuto giornate terse e meravigliose con un venticello gradevole ad evitare che diventassero torride, tanto tempo libero, un lettino comodo e mare cristallino, una cittadina, Alghero, che definire meravigliosa è un eufemismo, ottima cucina e serate divertenti tra parenti e amici vari.
Mio marito ha fatto di tutto per disinnescare il mio umor nero riducendo praticamente a zero i motivi per cui sarebbe stato più che giustificato lamentarmi. 
Insomma è stata una vacanza quasi perfetta. 
Mi duole ammetterlo.
Ci tengo comunque a dire che mi sono difesa con onore, non mi sono lasciata fuorviare da compromettenti entusiasmi e ho fatto in modo di lagnarmi tanto e continuamente a prescindere. Un fastidioso borbottio di fondo che purtroppo non ha minimamente scalfito l'entusiasmo (quasi) contagioso di Sonia e Gio.
Mi sa che mi sto perdendo colpi!
Certo, non si può dire che questa sia stata una vacanza come le altre.
Esattamente come due anni fa è stata Sonia ad avere il suo battesimo in Terra Sarda, questa volta è toccato a F.
Il tribunale, è riuscito ad emettere un provvedimento d'urgenza (per il rotto della cuffia: ma ormai lo sappiamo, i tribunali si muovono solo all'ultimo momento, quando ormai non ci speri più. Immagino sia un modus operandi per testare la tua resistenza) che ci ha permesso di portare F. con noi.
Quindi abbiamo avuto  15 giorni di "avvicinamento" anche e soprattutto per cercare di capire tutti insieme se questo affido ha le carte in regola per nascere davvero 

Per la prima volta è stata una vacanza in quattro.
E questo lo ammetto è stato un cambiamento entusiasmante. 
Per tutti.
Perchè nonostante la musica orripilante ascoltata dall'adolescente (e si perchè F. di anni ne ha 14), nonostante un suo totalmente irrazionale terrore per le meduse (tipo chiedere per 25 volte al giorno se qualcuno ne avesse avvistata una), nonostante la drammatica assenza di altri esseri viventi della sua età con cui chiacchierare, nonostante i nostri predicozzi (inascoltati) sull'importanza di studiare  e nonostante mangi più di un branco di lupi e dorma più del letto direi che siamo tornati tutti convinti che questa unione s'abbia da fare.

Ora ci resta solo convincere il tribunale.
Che ci vuole?

Sassari 14 Agosto: I candelieri

Mare, mare e ancora mare

 Alghero

 Spiaggia La Speranza

 ...e tanto per essere originali altro mare...

domenica 19 maggio 2019

Assistenti sociali ne abbiamo?

A guardarsi in giro sembra lampante che tutti abbiano le loro fisse.
Alcune sono davvero bizzarre: Ci sono quelli che vedono  "Dirty Dancing" ogni volta che passa in TV, quelli che l'anniversario lo festeggiano solo in quel particolare ristorante, sempre lo stesso da dieci anni, quelli che collezionano francobolli e gli svitati che vanno in palestra sei volte la settimana (svitati per me, che sono pigra oltre misura).
Ognuno ha le sue personalissime e indiscutibili ossessioni.

Noi, ad esempio, collezioniamo visite domiciliari dei servizi sociali.
Vuoi mettere un concerto dei tuoi idoli di gioventù quando puoi farti ispezionare casa dagli assistenti sociali di mezza Italia?
Vuoi mettere una giornata in libreria, un cinema col marito, con cui ormai, da sola, esci si e no una volta l'anno, vuoi mettere viaggiare in lungo e in largo per il mondo quando puoi fare la caccia alla polvere sopra i pensili più alti della cabina armadio  per evitare che l'assistente sociale di turno la annoti sul suo libretto nero?
A noi piace il brivido, c'è poco da dire.

Così Giovedì abbiamo preso ferie e fatto il solito raid di pulizia e riordino da schizzati (lo so avevo promesso di non farlo, ma tantè...).
Ho messo il vestitino buono, le scarpette bon ton, quelle che mi fanno sembrare un'adorabile e paziente casalinga anni cinquanta, perfezionato la riverenza e infornato i biscottini, che fa sempre scena, anche se ormai pure le assistenti sociali sembrano tutte modelle taglia 38, perennemente e dieta e quindi i biscotti li sniffano ma non li mangiano.
Quando è suonato il campanello mi sono stampata un sorriso a 32 denti sulla faccia, mi sono ripetuta per l'ennesima volta di parlare PIANO, che nessun essere umano è in grado di capirmi quando sparo 120 parole al minuto, e via con i convenevoli.

Il bilancio è senza dubbio positivo. Ormai ce ne intendiamo
Certo, come al solito ci siamo sentiti dire che dipendiamo dagli umori di un tribunale che attualmente sembra essere il più lento dello Stato (ma non era quello di Genova il più lento?) e quindi, come sempre siamo stati esortati ad essere pazienti e ad aspettare (E solo chi ha già adottato può capire quanto una persona possa detestare questa parola).

Ma visto che non ci sono alternative, facciamo i bravi e aspettiamo... tanto per cambiare...

mercoledì 10 aprile 2019

Ma davvero siamo ad Aprile?



Qui ormai si aggiorna solo in prossimità delle feste comandate, lo ammetto.
Si lavora tanto, si dorme sempre troppo poco (maledetta insonnia), rincorriamo impegni che la maggior parte delle volte ci dimentichiamo di aver preso e sogniamo un film da goderci la sera , film di cui puntualmente riusciamo a guardare, se va bene, il primo tempo.
Insomma, la perfetta, normalissima vita con figli che tutti possono raccontare..
Così è passato un mese e poi un altro e mi trovo a riprendere la tastiera in mano quando si cominciano a scegliere le uova di Pasqua.

Gio che ormai cambia lavoro con la frequenza con cui io cambio stivali, ha impiegato i due mesi forzati tra un impiego e l'altro a fare il Mammo.
Con la M maiuscola e a me la cosa è sembrata favolosa: se vince il partito della famiglia tradizionale verrò arsa su un rogo. Io e i lavori domestici viviamo un rapporto conflittuale, difficile negarlo.
Come donna di casa sono al limite del bipolare.  Attraverso momenti di isteria in cui pettinerei anche le frangette dei tappeti (dell'UNICO tappeto che ho), ma se devo fare la varechina chiamo mia madre visto che neppure io mi fido di me stessa.
Sogno una casa dove regni l'ordine perfetto, ma poi lascio che nella cabina armadio la roba da lavare si accumuli fino a creare dei piccoli Everest.
Ho una lavatrice da 8 chili e la faccio andare tre volte la settimana: neanche razzolassimo tutto il giorno in un campo di patate.
La signora che viene a stirare sta per affittare un castello in Scozia grazie all'incremento monetario che le assicura la nostra famiglia.
L'intera industria delle calze di cotone sta conoscendo una nuova primavera economica: il cesto dei panni da lavare le divora per farmi dispetto, c'è poco da dire.
L'alternativa è che Gio e Sonia ne buttino via una al giorno per puro sadismo.
In queste settimane, tornare a casa e trovare tutto in ordine, i panni ritirati, la cena pronta e i letti fatti mi ha dato qualche vertigine di piacere.
Purtroppo, per Gio non è stato altrettanto entusiasmante.
L'esperienza temo lo abbia provato,
In meno di un mese gli si sono incasinati gli esami del sangue e alzata la pressione come un qualsiasi ometto di mezza età.
Potrei vantarmi di avere esami perfetti, ma basta guardarmi allo specchio per constatare che quelle dannate rughette non sono fenomeni passeggeri, ma posso ormai chiamarle per nome.

Insomma la mezza età è arrivata ed è una vera schifezza.

E gioca brutti scherzi.
C'è chi si compra una moto o fa l'abbonamento in palestra, chi si fa l'amante o si compra il secondo bimby...
Ci abbiamo riflettuto, ma nessuna di queste opzioni faceva per noi.
Così abbiamo pensato di retta ad una certa vocina che ci ripeteva di continuo che tre, in una famiglia NON è il numero perfetto
Non per questa famiglia, almeno.
Vuoi mettere un sano, pari, tondo e definitivo "quattro"?
Quindi dopo aver giurato che mai, mai e MAI più mi sarei sottoposta alla tortura dei servizi sociali, che mai avrei ricominciato con libri, corsi, visite domiciliari ecco che ci risiamo.
Assistenti sociali, psicologi, tribunali...

Insomma, si ricomincia: sapete dove trovarci.

lunedì 11 febbraio 2019

Dicasi riunione familiare...

...quella in cui metti un tot di persone intorno ad un tavolo, lasci i bambini liberi di fare quello che vogliono garantendo la vigilanza minima, giusto per accertarsi  che non si uccidano a vicenda.
Poi servi da mangiare come se quello fosse l'ultimo pasto che consumerete su questa terra, perseguendo uno e un solo obbiettivo: che nessuno esca da casa senza aver prima riempito ogni buchetto nascosto del proprio stomaco. E lo abbia riempito fino a scoppiare.
Ci aggiungi vino in quantità, perchè non sia mai che qualcuno se ne possa andare con la sete arretrata.
E poi parli, parli e ancora parli.
Per tutto il giorno.
Fino a che le corde vocali di tutti i presenti non alzano bandiera bianca.

Che le persone intorno al tavolo siano parenti di sangue, acquisiti, di adozione o per sintonia di anime è poco importante.
In ogni caso, quella si chiama famiglia.



giovedì 3 gennaio 2019

...da noi è Natale...

E anche queste feste vanno avanti, come ogni anno facendo lo slalom tra un invito a cena e una merenda con gli amici.
Quest'anno non ho nemmeno fatto finta di provare a mantenere un minimo decoro alimentare: il 15 Dicembre ho dato il via alle danze e penserò alla linea dal sette di Gennaio...
Quando salirò sulla bilancia, le mie urla di disperazione, credo, si sentiranno per tutto l'emisfero. Ma che importa, visto che ieri ho pranzato con un panino al burro di arachidi e nutella? (si, assieme!)

Visto il debito di sonno che ho accumulato in questi mesi, avevo promesso e giurato a me stessa che avrei passato le ferie rigorosamente a dormire, con la testa sotto il cuscino e sorda a qualsiasi richiamo. Ma Sonia se ha fame è capace di dargli fuoco al letto in cui riposi, quindi devo ammettere che ho avuto meno mattinate a poltrire di quello che sarebbe stato giusto pretendere.
Gio ovviamente dissente parecchio, ma lui si alza al primo squillo di sveglia, che volete ne sappia della sublime arte del dormire come se non ci fosse un domani?

Dopo colloqui con gli insegnanti insperatamente positivi (si, lo ammetto, sono una madre ipercritica) Sonia ha dimostrato che lo studio non le servirà: per assicurarle un futuro basterà portarla in un casinò. A tombola ha sbancato praticamente tutti i presenti. Segna i numeri con l'accanimento di un giocatore professionista e il gruzzolo che si è portata a casa vale più di un paio di paghette mensili (se mai lei avesse l'età per ricevere una paghetta, è ovvio).
A dimostrazione che in questa famiglia sappiamo imparare dagli errori del passato, l'isteria che normalmente ci fa prigioniere per tutto il periodo natalizio  è stata meno pressante del solito.
Le dannate luci del mio cancello hanno continuato a funzionare da fare schifo, ma sono riuscita ad arrabbiarmici solo un  volta al giorno. Abbiamo collezionato due focacce bruciate e una neppure lievitata, ma mia zia non ha ammazzato nessuno (e in effetti la focaccia bruciata potrebbe essere riconducibile ad un mio lieve errore di distrazione). Qualcuno, ha spostato i segnaposto di Natale senza avvisarmi, ma non ho (quasi) dato di matto e mia madre ha perso i regali di praticamente tutti, ma è comunque riuscita a recuperarli in tempo.
E nonostante tutto  non ci siamo neppure tirate i piatti...anche se dall'anno prossimo credo proprio passeremo ai piatti di carta che non vanno lavati e che soprattutto non creano danni irreparabili se ti prendono in testa.

In questo perfetto clima natalizio ho invece fatto una triste scoperta: i baracconi non fanno più per me.
Ci abbiamo portato Sonia e F. (un'amichetta di Sonia) che si sono divertire come pazze. Quel grado di esaltazione che ricordo benissimo di aver provato anche io...qualche secolo fa.
Erano così belle ed entusiaste che mi sono lasciata convincere a salire, con F., su una specie di lavatrice che stava decisamente troppo in alto, e mentre me ne stavo lassù, sbatacchiata come le tovaglie nella centrifuga ed in preda ad un malcelato attacco di panico mi sono resa conto che devo ormai per forza fare la mamma.
Per divertirmi come una figlia sono decisamente troppo vecchia.
Accidenti.