giovedì 23 dicembre 2021

Intanto abbiamo le renne...



Le luci del cancello continuano a non accendersi. 
Stanno lì sopra da tre anni, giorno più giorno meno e illuminano casa nostra da metà Gennaio a tutto Novembre passando per primavera ed estate. 
Ma appena ci si avvicina al periodo natalizio loro si bloccano. Nella migliore delle ipotesi si degnano di palesare una timida luminescenza intorno alle sette di sera.  Timida e per nulla duratura. Se va bene se ne accende una metà.
Nelle serate peggiori e sono la stragrande maggioranza, rimangono ostinatamente spente tutta la notte in barba alle fotocellule e al sole preso o non preso durante il giorno. 
Le ho tentate tutte, compreso prendere a pugni i pannelli solari (sbattere con violenza sulle cose rotte è il tipico modus operandi alla Leonardini, va bene per tutto: dal cassetto incastrato, alla stampante inceppata, al telecomando che si impalla), ma credo che per sistemarle non rimanga che l'uso delle cesoie per estirparle dal mio cancello e da davanti ai miei occhi.
Lo scorso anno il mio spirito natalizio non era proprio alle stelle, ammettiamolo e nonostante questo 2021 sia stato abbastanza sconfortante l'idea era di provare a recuperare in chiusura.
Cosa non facile visto che sono ancora discretamente terrorizzata all'idea che un improvviso positivo (o due o tre) ci rinchiuda in quarantena per tutte le festività. 
Però tra una mascherina e un igienizzante siamo ormai arrivati al 23, quindi con cauto ottimismo e una valanga di scongiuri ho deciso provare a godermi l'albero, le decorazioni al limite del kitsch e la luce delle nostre nuove renne da esterno
L'invidia per la slitta illuminata che campeggia sul muretto dei vicini da almeno due anni era tanta da farmi seriamente pensare ad un'incursione nottetempo, per metterle fuori uso, ma visto che i rapporti di buon vicinato mal si conciliano con gli atti vandalici ho pensato di ricorrere a mezzi meno estremi.
Come tormentare l'intera famiglia per costringerli a dotarci di un paio di deliziose rennine da esterno. 
Attualmente campeggiano sul terrazzo di mia suocera, hanno l'accensione programmabile e avremmo bisogno di nuove tapparelle visto che fanno più luce dell'astronave di "Incontri ravvicinati del terzo tipo".
Domani ci aspetta la vigilia, normalmente giornata di cucina e litigate epiche con mia madre, che tutti sanno essere completamente ingestibile anche quando è di buon umore, figuriamoci sotto stress da pranzo di Natale incombente.
Sopravviveremo?

Si vedrà...

domenica 14 novembre 2021

Caro Etsy, che emozione ritrovarti...


Sono, letteralmente, settimane che rimando questo post.

Ma da una che va in ansia anche su che stivali indossare la mattina non è che ci si potesse aspettare nulla di diverso, no? 

Pare però che mi tocchi darmi una mossa: fonti molto vicine mi fanno infatti notate con insistenza che va anche bene essere essere un tantino inconcludenti, ma che qui si sfida il ridicolo.

Ho 50 stampe nuove nuove che aspettano in un cassetto. Buste rigide per la spedizione e supporti in cartoncino per evitare che qualcosa si stropicci, ho biglietti da visita e pure un negozietto Etsy dal look appena rinnovato che aspetta solo di essere usato. Ho pure un paio di indomiti che continuano a sollecitarmi, e a loro va tutta la mia gratitudine.

Manca solo che mi decida a fare l'annuncio. 

Quindi, in punta di piedi faccio presente a tutti che se qualcuno ha un regalo di Natale o di compleanno o di chissà che altro da fare, se qualcuno ha una cameretta da ri arredare o semplicemente si trova con un muro spoglio su cui starebbe bene un po' di colore  per risolvere basta fare un salto QUI

 Vi sarei grata se voleste aiutare tutte quelle stampe ad uscire finalmente dal loro cassetto... 

lunedì 11 ottobre 2021

Anche il 2021 ha avuto la sua Sardegna






Non posto da un anno, quasi esatto...anche qualcosa di più.

Il 2021 ci ha un po' maltrattati, come ha fatto con tanti altri, e la voglia di scrivere non è che si facesse sentire più di tanto.

Però c'è stata la Sardegna e per quanto sia sempre un'esperienza al limite del traumatico, la Sardegna è un rito che va rispettato.

E pure il post che ne segue. Non fosse altro perchè alla Zia Gabry, nella sua magione Sassarese, piace leggerlo


E visto che la zia Gabry capisce, comprende e condivide le mie ansie estive, inizierò queste righe con una constatazione che già da sola basta a migliorarmi l'umore.

Anche l'estate 2021 è volta, finalmente, al termine. 

Ormai il fresco autunnale è lì, dietro l'angolo e gli affanni da calura sono ormai alle spalle.

Il giro di boa, per me, è sempre al rientro dalle famigerate e temutissime ferie in Sardegna che anche quest'anno sono state costellate di sole, mare limpido, ombrelloni, sabbia fine e caldo

Tanto caldo.

Così tanto che più volte mi sono chiesta se sarei arrivata a vedere un nuovo Natale o non mi sarei liquefatta prima. Un caldo tale che in dieci giorni ho finito con il fare ben QUATTRO bagni in mare, io, che normalmente mi bagno solo per fare una fotografia con Sonia da lasciare ad imperitura memoria del mio impegno vacanziero e trascorro il resto delle vacanze arrotolata sotto l'ombrellone come un ragno nella tana. 


Per fortuna anni a lamentarmi, borbottare, scocciarmi e soprattutto scocciare gli altri iniziano a  dare i loro frutti dimostrando che la perseveranza è un'arma spesso, ingiustamente, sottovalutata.

Giovanni, prostrato nel fisico e ancor più nello spirito da una pandemia e dodici anni di lagne ininterrotte ha deciso di adottare un approccio alternativo  alla questione ferie proponendomi di dimezzare la condanna. 

A me e soprattutto ai poveretti che con me avrebbero dovuto condividere tempo e spazi.

Lui e Sonia sono partiti da soli, in anticipo e io li ho raggiunti solo per l'ultima settimana di vacanza. 


Quando, lo scorso anno, Sonia e Fatma sono andate in villeggiatura da mia suocera io non è che me la sia passata così male. So che una madre per bene si strugge per ogni secondo lontano dalla prole e io un po' di nostalgia l'ho avuta, lo giuro, ma visto che non erano state rapite un gruppo di guerriglieri e non rischiavano la vita disinnescando mine antiuomo ho ritenuto doveroso godermi la quiete che mi era stata regalata.


Solo che questa volta, con un colpo da maestro, mi sono liberata anche del coniuge. 

E siamo franchi: un marito è molto peggio di un bambino.

Peggio senza appello. Come la siccità è peggio di un clima temperato e il mio polpettone è peggio di quello di mia madre.

E' un giudizio insindacabile.

Un marito è colui che continua, ad intervalli regolari, a chiederti dove sono le calze pulite.

E ogni volta lo fa con la stessa sincera curiosità.

Come se davvero pensasse che qualcuno gliele abbia nascoste nonostante le calze vengano messe sempre nello stesso cassetto da almeno un paio di lustri.

Un marito è uno che non distingue uno spremi aglio da un pelapatate. Che tu gli faresti sbucciare due teste d'aglio con la mandolina solo per goderti lo spettacolo.

E' uno che nonostante ti abbia aiutato a farlo almeno seimila volte ancora non ha capito come si piegano i lenzuoli con gli angoli.


Quindi non biasimatemi se a vederlo salire in macchina e partire alla volta della terra natia non sono stata presa dallo sconforto. 

L'unico, tragico terrore, quello vero, mi ha presa quando dal porto hanno annunciato sei ore di ritardo sulla partenza del traghetto 

Il rischio di non potermi liberare di loro mi ha ghiacciato il sangue.

Quando alle tre del mattino li hanno finalmente fatti salire in nave mi sono addormentata beata come un gatto che ha mangiato il topo.

Come ho passato il primo giorno di senza famiglia? Patatine, divano e serie TV su Netflix.

Praticamente meglio che un giro in deltaplano


E quando poi sono atterrata ad Alghero, a 38 gradi all'ombra, con l'umidità che mi si arrampicava su per i capelli e il sole a picco sopra la testa, l'ho fatto con la consapevolezza che il supplizio non sarebbe durato a lungo.

A darmi forza il pensiero della cucina di Chicco, degli aperitivi di mia suocera e del dolce della sera di ferragosto (grazie Zia Gabry, che prepari il tiramisù in una teglia grossa come un lavandino e ti stupisci sinceramente che a noi sembri un tantino sovradosato...) 


Prova bilancia al mio rientro?

Magari un'altra volta.