martedì 25 agosto 2020

E potevamo farci mancare il tampone per il Covid19?



Non sia mai!

Era immaginabile visto il soggetto: sono talmente ansiosa che mi basta sentire la parola "Pidocchio" per cominciare a grattarmi. Mia figlia può testimoniare che non esagero, visto che la ripete a caso solo per contare quanto ci metto a toccarmi i capelli e visto che, in attesa della riapertura delle scuole, l'armadietto sotto il lavandino contiene una collezione di antiparassitari da far invidia alla farmacia comunale.
Quindi è più che normale che partita da Genova a 150 contagi al giorno e arrivata in Sardegna a 400 io abbia cominciato a sentirmi addosso tutti i sintomi, dalla difficoltà respiratorie al mal di gola lancinante.

A mia discolpa, a leggere i giornali, sembrava proprio che la movida di mezza Italia si fosse concentrata in terra sarda e ha poca importanza che la maggior parte dei focolai fosse in Costa Smeralda mentre noi viviamo dalla parte opposta. Ha poca importanza pure che tutti parlassero di discoteche e feste in spiaggia mentre io, che non ballavo manco a 25 anni, ho passato le vacanze come una pensionata ottantenne.
Il virus era in Sardegna, stessa porzione di mondo, e io ho deciso di essere ad un passo dal vivere in "Virus Letale".Praticamente mi sono misurata la febbre ad intervalli di 4 ore per tutta l'ultima settimana e già mi vedevo a fare la quarantena in un isolato reparto covid nell'entroterra sardo.

Il problema è che tornata a casa il raffreddore lo avevo veramente. 
E pure una tosse da tisica da far impressione.
Per non dire di mal di gola e occhi lacrimanti.
Praticamente uno straccio.

Dove lavoro la politica aziendale è cristallina: gli untori non sono ammessi. Se hai sintomi influenzali te ne stai a casa, o presenti prove inconfutabili di avere un banale raffreddorino stagionale. Da qui la necessità di un tampone, che ho prontamente fatto questa mattina.
Ora...come mi è stato fatto presente da fonte autorevole, se spiegassero veramente com'è fare un tampone nessuno si presenterebbe volontariamente.
Mi sento di confermarlo. Quella specie di cotton fioc per elefanti ti entra nel naso e sembra finirti direttamente nel cervello.
E quando ringrazi il cielo che abbiano finito, loro ti guardano sadicamente e ti fanno presente che va fatto in entrambe le narici.

Non la ricorderò come la migliore delle mie mattinate.

Comunque, come da ovvie previsioni, è negativo.
Sono la più sana ipocondriaca della città.

2 commenti: