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domenica 4 febbraio 2018

Febbre, influenza, otiti ed altri disastri...

(Settimana 5: dal 29 Gennaio al 4 Febbraio)

Ci sono le cavallette, la siccità, la carestia, l'acqua tramutata in sangue e per finire l'avvento l'angelo della morte. 
Peggio di tutto questo esiste una e una sola cosa: un marito malato in casa. E non per un paio di giorni, ma per una lunghissima settimana, che ricorderò come il mio personalissimo inferno in terra. 
Le scorse due settimane sono state funestate dal ritorno trionfante dell'influenza. 
Che a casa nostra deve essersi trovata così bene che che ha deciso di ripassare più e più volte.
Personalmente inizio a scocciarmi.
Passi che io sembro improvvisamente invincibile e quindi non mi si attacca neppure un minuscolissimo raffreddorino che mi permetta di farmi servire e riverire per una mezza giornata.
Passi Sonia con la febbre a 39 già alle sette del mattino, passi il pediatra che mi liquida dandomi della madre iperprotettiva, passi che a causa del raffreddore la dolce creatura russa come un trattore, passi la tosse e pure l'inappetenza ed anche la lamentite acuta, che a sette anni chiusa in casa per dieci giorni ci sta tutta.
Passi pure che per giorni ha cantato ossessivamente sempre la stessa canzone (dannata Disney e dannatissima Rapunzel), ma che pure mio marito si fermi a casa malato no, non lo accetto.
E non me lo merito.
Un marito malato è una iattura, una tragedia in tre atti senza l'intervallo per andare in bagno.
La bambina la schiaffi a letto e lì sta.
Lui no.
Lui borbotta, si lamenta, gira per casa come un'anima in pena, se la prende con il destino e l'avverta sorte e si lamenta ancora. Fa storie per prendere le medicine, non vuole misurarsi la febbre, si esibisce in autodiagnosi fantasiose partendo da ridicole ricerche su google e ricomincia a lamentarsi.
Insomma...due settimane infernali, che temo non siano ancora finite.
Perchè se è vero che entrambi sono tornati una a scuola e l'altro al lavoro è anche vero che Gio continua a millantare un mal di orecchie fantasma e stamattina ho sentito chiaramente Sonia starnutire.
Ovviamente spero sia solo allergia alla polvere.

In caso contrario sono pronta a scappare in Angola con un biglietto di non ritorno.

E visto che per quindici giorni di far foto non se ne è parlato è così che voglio ricordarci, a inizio Gennaio, all'aperto, al sole e tutti sani come pesci!



domenica 17 dicembre 2017

Manca poco, ormai...




Ci siamo, quella appena trascorsa è la penultima settimana prima di Natale: da oggi mancano solo sette giorni al 
grande evento!
A riguardo non posso sbagliarmi, perchè Sonia fa il conto a rovescio più volte al giorno: la sua attitudine alle feste invernali assomiglia pericolosamente alla mia.
Le sue aspettative sono mostruosamente aumentate da quando abbiamo addobbato casa e crescono esponenzialmente ogni giorno che passa. Se fossi una persona normale potrei anche aver paura di non riuscire a soddisfarle, ma diciamolo, il Natale è il mio punto forte e non temo nulla.
Neppure l'entusiasmo trascinante di una peste di sette anni!

Visto che dal 20 al 24 Dicembre perdo letteralmente coscienza di me, va da se che questi siano statigli ultimi giorni disponibili per le incombenze pre-festeggiamenti.
Che, in teoria, non dovrebbero esistere. Perché complice l’eccesso di tempo libero a mia disposizione quest’anno mi sono organizzata in maniera quasi maniacale: ho comprato l'ultimo dei regali a Novembre, ho addobbato casa come non si vede neppure nei film della Disney, ho tutte le playlist natalizie pronte su Spotify, ho scritto i biglietti d'auguri, stabilito i menù,  fatto scorta di panettoni e torroni prima ancora che arrivasse Dicembre, prenotato il parrucchiere e persino fatto tutti gli inviti per le intere festività...compreso quello per il pranzo del sette Gennaio. 
Insomma una perfetta macchina da guerra alimentata a cioccolata calda e biscotti allo zenzero e organizzata per ridurre lo stress al minimo ed evitare dimenticanze dell'ultimo minuto.
In teoria.
Perché, in pratica, io i miei regali li ho anche comprati, ma mia madre i suoi no e si sa, la genitrice al momento di scegliere è più indecisa di Amleto durante il famoso monologo.
E così nonostante tutta la mia preparazione ho finito con il passare la settimana facendo tutto quello che avevo giurato di non fare: sono andata negozio per negozio nel periodo peggiore dell'anno, sono entrata da Viberti con l'animo di una condannata al rogo e ho guardato attonita donne metterci venticinque minuti per scegliere una camicia da notte.
Ho patito la ressa dei posteggi in seconda fila, degli spintoni, combattuto contro ultraottantenni che pur di passarti avanti in una coda si tramutavano in centometriste e ingollato ettolitri di caffè… rendendo un pessimo  servizio ai miei nervi.
Così imparo a  non marcare stretta mia madre!

Ah, questo è il primo ritratto Natalizio che ci ha fatto Sonia. Posa compresa. Si, persino la mia espressione è stata decisa dalla fotografa.
Non so bene quale fosse il messaggio che voleva lanciare al mondo, ma gestisce messa a fuoco e luminosità meglio di Gio e mia madre messi insieme.